A gennaio 2024, il Consiglio e il parlamento dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla revisione della Direttiva esistente sulle acque reflue urbane in favore di una gestione più approfondita ed economicamente vantaggiosa per i 27 stati membri. Ad aprile 2024 il Parlamento Europeo ha approvato la nuova norma ma prima che la legge possa entrare in vigore, il testo adottato dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio.
Di seguito analizziamo l’accordo e quali sono le maggiori implicazioni per gli impianti di trattamento delle acque reflue.
La Direttiva per le acque reflue urbane
L'ultima Direttiva Europea sulle acque reflue urbane risale al 1991 (Direttiva 91/271/CEE) e la sua revisione è uno dei pilastri principali del piano di azione dell’Unione Europea per raggiungere l'obiettivo inquinamento zero. Infatti, una valutazione condotta nel 2019 ha evidenziato che, nonostante il 92% delle acque reflue venisse già trattato in modo conforme agli standard UE, c’era ancora margine di miglioramento.
Cosa sta cambiando?
Le nuove revisioni introdurranno aggiunte e modifiche significative alla Direttiva. Queste includono:
- La crescente necessità di un maggiore recupero delle risorse dalle acque reflue per promuovere un’economia circolare
- L’allineamento dell’industria idrica con gli obiettivi UE di neutralità energetica
- L’implementazione del principio del “chi inquina paga” per colpire le industrie più inquinanti
- L’utilizzo delle acque reflue per tracciare e monitorare la salute pubblica.
Riuso dell’acqua e valorizzazione dei fanghi
La revisione propone che il trattamento dei fanghi e il recupero dell’acqua dovrebbero essere attuati in conformità con la Direttiva quadro sui rifiuti e con la Direttiva sui fanghi. Il maggior riuso delle acque reflue e dei fanghi ha il potenziale di alleviare la pressione sulle risorse naturali di acqua dolce e di recuperare importanti nutrienti, come fosforo e azoto per la fertilizzazione dei campi.
Veolia Water Technologies svolge da tempo un ruolo di primo piano nella promozione del riuso delle risorse idriche in tutta Europa. Tuttavia, con l'accentuarsi della scarsità di acqua, cresce anche la necessità di soluzioni pratiche e innovative.
Un esempio di innovazione è il programma Jourdain in Francia. Situato nella regione a rischio idrico della Vendée, Veolia Water Technologies ha implementato tecnologie specializzate per rifornire il serbatoio di Jaunay con acqua recuperata da un impianto di trattamento delle acque reflue limitrofo. Per supportare il primo impianto in Francia nella trasformazione delle acque reflue in acqua potabile, è stata installata la tecnologia Barrel™, un'innovativa soluzione modulare che sfrutta l'osmosi inversa e le tecnologie di nanofiltrazione a membrana per applicazioni industriali e municipali.
L’obiettivo è quello di riutilizzare 1,500,000 m³ dei 4,500,000 m³ di acque reflue della città tra il 2023 e il 2025, aumentando gradualmente la capacità per arrivare a riutilizzare 2-3,000,000 m³ entro il 2027. Questo dimostra l’impegno di Veolia nell’affrontare le sfide dovute alla scarsità di acqua e nel supportare l’obiettivo della Francia di aumentare il riuso delle acque reflue dall’1% al 10% nei prossimi cinque anni.
Neutralità energetica
La revisione della Direttiva cerca anche di coinvolgere più attivamente il settore del trattamento delle acque reflue negli obiettivi UE per la riduzione delle emissioni di gas serra. A questo scopo, è stato proposto un obiettivo di neutralità energetica: entro il 2045 gli impianti di trattamento delle acque reflue dovranno produrre tutta la loro energia da fonti rinnovabili.
Tuttavia, l’industria del trattamento acque può svolgere un ruolo attivo nella produzione di combustibile sostenibile — e oltre i suoi stessi processi. In teoria, le acque reflue contengono tra le 5 e le 10 volte più energia potenziale di quella necessaria per il loro trattamento. Anche se potrebbe non essere tutta recuperabile, è possibile per gli impianti di trattamento delle acque reflue più grandi essere anche produttori netti di energia.
La filiale di Veolia Water Technologies OTV è stata la prima a mettere questa teoria in pratica, aiutando a stabilire il primo impianto di trattamento delle acque reflue a energia positiva in Francia, a Cagnes-sur-Mer. Non solo questo impianto attinge energia da fonti rinnovabili come quella solare e pompe di calore, ma produce anche biometano destinato alla rivendita per la rete gas circostante, fornendo l’energia necessaria per alimentare 1.000 abitazioni.
Responsabilità estesa del produttore
Per supportare questi ulteriori obiettivi ambientali, le revisioni alla Direttiva sulle acque reflue introdurranno anche, per la prima volta nel settore idrico, il principio del “chi inquina paga”. Questo vedrà le industrie responsabili della presenza di microinquinanti organici nelle acque reflue - principalmente farmaceutiche e cosmetiche - obbligate a pagare almeno l’80% del costo del trattamento quaternario dell'acqua per i microinquinanti. Questo richiederà un investimento significativo nell’infrastruttura esistente per le acque reflue, ma assicurerà che gli inquinanti come i residui farmaceutici non si accumulino e non impattino negativamente sulla salute umana o sull’equilibrio ecologico.
Sebbene sia possibile ridurre i microinquinanti a valle del ciclo produttivo, è anche possibile ridurli direttamente alla fonte. Per esempio, Veolia Water Technologies ha collaborato con un’azienda di assistenza sanitaria operativa in Polonia installando la soluzione Evaled PC per semplificare il processo di produzione delle loro pastiglie, raggiungendo un impressionante tasso di riuso dell’acqua approssimativamente del 94%, con un distillato contenente meno di 10 µg/l di dutasteride. Questa storia di successo evidenzia l’abilità di Veolia Water Technologies nel personalizzare soluzioni sostenibili di trattamento acque per l’industria farmaceutica. Riducendo significativamente i rifiuti e ottimizzando le risorse idriche, Veolia Water Technologies contribuisce non solo agli obiettivi ambientali, ma anche a migliorare l’efficienza operativa dei suoi clienti.
Monitorare i parametri di salute pubblica
Infine, la revisione coinvolge attivamente l’industria idrica nel monitoraggio e nella previsione della diffusione di malattie infettive. In seguito alla pandemia di COVID-19, è stata dimostrata l’importanza del monitoraggio delle acque reflue come metodo per tracciare e prevedere la diffusione del virus. A questo scopo, la revisione richiederà ai paesi di monitorare i livelli di malattie infettive come il virus SARS-Cov-2, la polio, l’influenza e altri patogeni in futuro.
Se le revisioni alla Direttiva UE sulle acque reflue urbane venissero adottate integralmente, si creerebbe un’opportunità significativa per l’industria delle acque reflue di aprire la strada per la riduzione dell’inquinamento, promuovere un’economia circolare e spingere verso un impatto zero. Veolia Water Technologies e il nostro team di esperti possono aiutarti a soddisfare e superare questi nuovi obblighi. Scopri di più sulle nostre soluzioni per il riuso delle acque reflue oppure contattaci per saperne di più.